Il disturbo borderline di personalità è una psicopatologia che coinvolge generalmente almeno due dei quattro domini del funzionamento psicosociale di un individuo: cognitivo, emotivo/affettivo, relazionale e comportamentale (in particolare il comportamento riflesso o impulsivo).
Ciascuno dei quattro domini è ulteriormente scindibile in sottodomini. Per quanto attiene il dominio cognitivo, ad essere compromesso è il sistema di credenze riguardo al sé e la capacità di regolare le emozioni.

Indice
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    I criteri diagnostici del DBT

    Al pari degli altri disturbi di personalità, il disturbo borderline implica che almeno due dei quattro domini siano disfunzionali, cioè poco o per nulla conformi a ciò che ci si aspetterebbe da un individuo sufficientemente ben integrato e adattato al contesto socioculturale.
    La disfunzione deve essere costante e inoltre difficile, se non impossibile, da ricondurre entro norma da parte dell’individuo, da solo o con l’aiuto di altri non professionisti.
    Nella sua forma cristallizzata dai manuali diagnostici, il disturbo borderline della personalità esordisce durante l’adolescenza o la prima età adulta, sebbene spesso è possibile prevederlo[1] in presenza di fattori di rischio transdiagnostici o di altri sintomi e/o patologie che fungono da possibili precursori, mediatori o moderatori.

    Per trarre diagnosi di disturbo borderline di personalità è necessario che siano soddisfatti almeno cinque su nove cortei sintomatologici tra domini e sottodomini come di seguito elencati.

    Dominio cognitivo e cognitivo/comportamentale
    Scarsa conoscenza di sé stessi

    Il soggetto borderline non riesce a dare a sé stesso e agli altri una descrizione esaustiva e coerente della personalità e del carattere. Allo stesso modo in cui può giudicare una persona appena conosciuta la migliore persona del mondo e dopo brevissimo tempo la peggiore mai conosciuta, la sua capacità di autostima vira repentinamente da un’elevata considerazione di sé (a prescindere dal vero valore) fino a ritenersi assolutamente privo di valore.

    Ideazione paranoide e/o sintomi dissociativi

    Con il termine ideazione paranoide si intende uno o più pensieri ricorrenti e invasivi caratterizzati da sospettosità nei confronti degli altri, immaginati come persecutori o comunque intenzionati a fare del male (non necessariamente di tipo fisico) al soggetto borderline.
    Con il termine sintomi dissociativi, in particolare quelli più comuni tra i soggetti borderline, si intende principalmente la depersonalizzazione e la derealizzazione.
    La depersonalizzazione è la sensazione di sentire la propria mente come separata dal proprio corpo, in grado quindi di osservarlo come se fosse il corpo di un altro oppure sentire la propria mente come se fosse quella di un altro.
    La derealizzazione è invece sentire come estranea e irreale la realtà del mondo esterno, quasi come se si trattasse di un sogno.
    In genere tale corteo sintomatico è di breve durante ed emerge a seguito di un forte stress o trauma.

    Senso di vuoto

    Il soggetto borderline non riesce a stare impegnato in qualcosa ed è costantemente alla ricerca di qualcos’altro da fare, e che possa alleviare il sentimento di noia o di smania che lo pervade.
    Il senso di vuoto in genere predice il ricorso a comportamenti impulsivi (vedi anche sintomi comportamentali) quali l’abuso di sostanze, l’abuso di comportamenti (stare per troppo tempo sui social o su internet) ma anche, qualora il soggetto esca di casa, fare shopping compulsivo, ricercare rapporti sessuali, guida spericolata e ricorso compulsivo a cibo e/o alcol.

    Dominio emotivo/affettivo
    Sentimento ricorrente di essere abbandonati o trascurati da persone che sono ritenute importanti, anche se conosciute da pochissimo tempo e in modo ancora superficiale

    Tale sentimento, agli occhi di un osservatore esterno, può essere sia motivato che del tutto immotivato. A seguito di questo sentimento si determinano reazioni emotive incontrollate e comportamenti impulsivi altrettanto fuori controllo, finalizzati all’evitamento dell’abbandono ma che spesso finiscono proprio per agevolarlo oppure a renderlo più probabile.
    I principali comportamenti impulsivi riguardano soprattutto tentativi di suicidio (o minaccia realistica di metterli in atto) e autolesionismo non suicidario.
    Data l’imprevedibilità dei soggetti borderline, ed anche in funzione di altri sintomi e/o di altri disturbi mentali e di personalità in comorbidità, il soggetto può aggredire e anche uccidere la persona che egli crede stia per abbandonarlo.
    Il livello di aggressività dipende quasi sempre dall’ entità dell’investimento affettivo che il soggetto borderline aveva fatto sulla persona.
    Pertanto, a maggior rischio anche di morte, sono tutte quelle persone che il soggetto, anche se idealmente, aveva elevato come molto significative (alto investimento affettivo).
    Con persone nei confronti delle quali il soggetto borderline aveva investito meno (seppur in modo sproporzionato date le circostanze), il soggetto borderline mette in atto litigi, anche violenti, oppure evitamento rabbioso e risentito, con o senza manifestazioni dirette e/o immediate.

    Sregolatezza emotiva

    Intesa come sbalzi dell’umore repentini e imprevedibili, la sregolatezza emotiva è una risposta a stimoli comunemente non ritenuti emotigeni (principalmente durante l’interazione diretta o indiretta con altre persone) ma ritenuti tali dal soggetto borderline.
    Può trattarsi di euforia e gioia incontenibile, ma più frequentemente si tratta di tristezza, di ansia oppure di paura.
    La rabbia costituisce un sintomo a sé.

    Sregolatezza emotiva riferita alla sola rabbia

    Improvvisa aggressività nei confronti di qualcuno presente oppure assente determinata da uno stimolo. Lo stimolo può essere anche pensato e quindi non presente nella realtà oppure presente ma comunemente non ritenuto emotigeno.

    Dominio relazionale
    Relazioni interpersonali caratterizzate da distanziamento sociale inappropriato

    I soggetti borderline non hanno semplici conoscenti ma solo grandi amici e appassionati amanti (anche se appena conosciuti) con cui sono pronti a condividere emozioni, esperienze e segreti e da cui pretendono pari confidenza.
    Stante tuttavia la mancata reale conoscenza dell’altro, equivocano sistematicamente ogni parola, gesto o comportamento, senza trascurare quello non verbale e prossemico.
    Poiché l’empatia è un sentimento con una elevata matrice cognitiva, la sregolatezza emotiva che ottunde i circuiti cerebrali preposti alla valutazione cognitiva impedisce al soggetto borderline di mettersi nei panni dell’altro, attribuendogli pertanto stati mentali erronei, e generalmente negativi.

    Dominio comportamentale
    Ideazione suicidaria e/o autolesionismo non suicidario

    È interessante rilevare che la richiesta di aiuto da parte dei soggetti borderline scatta in genere all’indomani di un tentativo di suicidio. Anche quando la richiesta di aiuto viene formalizzata da parenti oppure da autorità intervenute dopo il gesto, il soggetto borderline generalmente condivide l’interessamento di terzi.

    Comportamenti impulsivi

    Come in parte anticipato parlando del senso di vuoto, i comportamenti impulsivi tipici del soggetto borderline sono shopping compulsivo (in particolare sostenendo spese non parametrate al proprio reddito oppure al buon senso), ricerca di partner sessuali occasionali, abuso di sostanze e/o comportamenti, guida spericolata (con radio a tutto volume e spesso dopo uso di sostanze), abuso di cibo e/o alcol. I comportamenti impulsivi devono essere almeno due.

     

    [1] Più correttamente ritenerlo più probabile, rispetto ad una popolazione altrettanto non clinica ma che non esibisce i fattori di rischio ad esso associati.

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